Se non inizi la tua giornata controllando la Google Search Console, non leggere questo articolo.
In un mondo in cui le mode cambiano, le pandemie imperversano e le economie fluttuano, agli editori digitali rimane solo una certezza: la reverenza verso il motore di ricerca di Google. Per coloro che già ambivano al tanto agognato cambio di carriera da specialista SEO a social media manager o addirittura ad influencer, il cambio dovrà attendere: il 15% delle ricerche giornaliere sul motore di ricerca Google sono totalmente nuove. In questo post, condividerò alcune delle novità principali annunciate in occasione del Google I/O di quest’anno:
1. Se hai scelto di lavorare in ambito SEO e ambisci a dormire la notte, fatti due domande
Anche se pensi di essere mediamente bravo nel tuo lavoro, non penserai mica di andare in spiaggia senza laptop. Mark Zuckerberg lo ha fatto una sola volta a inizio Febbraio 2022 e ha perso il 50% dello stock price in un giorno. Per tenerci tutti svegli, l’API di Search Analytics è stata aggiornata con nuovi dati e report, per esempio gli analytics di Google Discover (che ormai genera più traffico di tutte le altre fonti di traffico messe insieme) e Google News.
A parte il monitoraggio di click, impressioni, posizionamento e tanto altro, la novità secondo me più interessante è l’introduzione del Google Site Kit Plugin per WordPress, un tool che consolida tutte le dashboard principali di Google all’interno di un’unica interfaccia (Search Console, Analytics, Adsense, PageSpeed Insights, Tag Manager, Optimizer). Il plugin è particolarmente interessante considerato che più dell’80% degli editori italiani lavora su CMS WordPress.
2. Le ricerche video continuano la loro galoppata trionfale
Da anni ormai la crescita del video imperversa su tutti i principali canali di distribuzione digitale: TikTok, YT, Instagram, Facebook, SnapChat, Twitch. Chi pensa che la stessa tendenza non si applichi al motore di ricerca Google, capisce di SEO come Pellé tira i calci di rigore.
Per indicizzare al meglio i contenuti video sul motore di ricerca, è essenziale fornire dati strutturati completi. Questo vuol dire inclusione dell’URL, titolo, immagine di copertina, descrizione e altro. Dalla Search Console è possibile estrapolare report di indicizzazione dei contenuti video in modo tale che gli editori possano comprendere quali contenuti sono stati indicizzati o no e il perché. Per modifiche che dovessero essere necessarie ai contenuti video, è possibile richiedere a Google un crawling ulteriore del contenuto all’interno della Search Console.
La cosa più importante da sapere per gli editori è che la piattaforma su cui si fa hosting del contenuto video per adesso NON è fattore di ranking. Immagino già sciabolate al papete per festeggiare la notizia.
3. I dati di Search Analytics e Google Analytics potrebbero non coincidere (sorpresa?).
Se lo sapete già, ne avete una conferma. Le due piattaforme sono diverse e pensate per misurare cose diverse. Search Analytics ha come obiettivo quello di misurare il comportamento degli utenti sulle pagine di ricerca Google mentre Google Analytics il comportamento dell’utente all’interno del sito. Come nota personale, aggiungo di non preoccuparvi nel caso in cui il comportamento di Google Analytics vi avesse lasciato perplessi negli ultimi mesi, da quando Google ha annunciato il lancio di Analytics 4, il prodotto legacy ha deciso unilateralmente di smettere di funzionare. C’est la vie.
Google ha anche precisato che l’introduzione di nuove funzionalità all’interno della Search Console porterà a possibili nuove discrepanze con le metriche di Google Analytics. In parole povere, preparatevi a capirne ancora meno di adesso.
La sintesi dei miglioramenti previsti all’interno della Search Console sono un maggiore dettaglio sulla page performance in qualità di fattori di ranking sul motore di ricerca, in un tentativo di dare un migliore supporto agli editori nella prevenzione e risoluzione di problematiche SEO.
L’impatto degli URL sul ranking del sito è più visibili
Come tutti sappiamo, le prestazioni dei siti dipendono da un numero di fattori, alcuni dei quali esulano dal contenuto come gli URL. L’introduzione del Google URL’s Inspection API consente agli editori di monitorare l’impatto degli URLs sul motore di ricerca e di verificare l’ottimizzazione dei structured data, le prestazioni su dispositivi mobili, lo stato di indicizzazione e una serie di piccoli dettagli che possono migliorare il posizionamento sul motore di ricerca.
Una novità interessante è la funzionalità Lost Impressions Check che permette agli editori di monitorare le pagine che hanno perso trazione sul motore di ricerca. E’ buona norma controllare le pagine che hanno perso indicizzazione o impressioni per prevenire e risolvere potenziali problemi il prima che un asteroide si abbatta su di noi.
Per maggiori info, questo è il link al video di Google I/O!